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Nomade digitale: chi è e come diventarlo

Con la conquista di un Internet ormai utilizzato dal 60% della popolazione mondiale (9% in più rispetto all’anno precedente), possiamo dire senza alcuna ombra di dubbio che non si può pensare a una vita lontana dalla Rete, che sia dal semplice utilizzo del social a specifici programmi professionali. I primi esempi che ci vengono in mente sono gli influencer, in precedenza noti come content creator, che hanno saputo ritagliarsi la loro fetta di popolarità e avvicinare sempre più brand al loro modo di rapportarsi al pubblico. C’è però una categoria nata da poco e che, grazie alla diffusione del telelavoro e smart working, sta acquisendo sempre maggiore popolarità: quella del nomade digitale, una persona che ha scelto di abbracciare a pieno la dinamicità della società globalizzata.

Chi sono i nomadi digitali

Si tratta di una categoria di persone che ha scelto di vivere la propria vita sfruttando le tecnologie per poter lavorare in qualunque momento ma, soprattutto, dovunque. Il nomade digitale infatti non è legato in alcun modo alla sede fisica e può lavorare mentre viaggia per il mondo. Per farlo si serve di vari strumenti, da un semplice smartphone a una fotocamera professionale, in modo tale da non essere mai completamente scollegato dal mondo anche nei più remoti angoli della terra.

Quando nasce il nomadismo digitale

La prima volta che si sente parlare, accademicamente parlando, di questo termine è in un lavoro nato dal connubio tra lo scienziato informatico Tsugio Makimoto e lo scrittore David Manners. Nella ricerca, Makimoto e Manners si soffermano sulle caratteristiche della società post-contemporanea e il bisogno antropologico di muoversi. Tali esigenze avrebbero presto portato alla nascita di nuove comunità itineranti, i “nomadi digitali” appunto. Questa nuova categoria diventa il rappresentante perfetto di uno stile di vita futuro: possibilità di viaggiare senza frontiere in tutto il globo con la comodità di un ufficio alla portata di mano o, in questo caso, tasca.

Che lavoro fa il nomade digitale?

Definire che lavoro faccia un nomade digitale è difficile considerato che esistono centinaia di occupazioni che sarebbe possibile svolgere completamente in remoto. In generale, però, il nomade digitale è un freelance o libero professionista che sceglie di lavorare negli orari che meglio preferisce, senza alcun vincolo dato dall’alto. Il suo lavoro nasce e muore con il web. Possono essere nomadi digitali professionisti quali lo youtuber, l’influencer, i consulenti SEO e il programmatore informatico. In generale, potremmo dire che rientrano in questa categoria tutte le possibili declinazioni di lavori che per essere svolti necessitano di una connessione Internet e di un PC.

Come diventare un nomade digitale

Rispetto ad altre professioni che richiedono necessariamente un attestato di tipo accademico, il nomade digitale non segue un percorso specifico. Resta comunque valida la regola che frequentare corsi, fare esperienze lavorative in piccole e grandi aziende, restano elementi di straordinaria spendibilità professionale specialmente all’inizio, quando il nomade digitale sta iniziando a farsi conoscere. Per spiccare rispetto agli altri, non resta che migliorare in ciò in cui il nomade digitale si considera bravo acquisendo, nel tempo, sia competenze sempre più specifiche che autorevolezza.

3 mete possibili per i nomadi digitali

Scegliere la vita all’insegna del nomadismo può significare, tra le altre cose, lavorare nelle condizioni che più ci aggradano. Dalle spiagge a un villaggio sperduto nella foresta, l’importante è che vi sia un computer portatile e una connessione internet a nostro supporto. Di seguito, alcune delle mete esotiche (e a basso costo) apprezzate da chi scegliere di vivere questa vita.

1. Bali

Una delle località più gettonate per i nomadi digitali è senza dubbio l’isola indonesiana Bali. L’Isola degli Dei è un paradiso per i surfisti e qualsiasi viaggiatore in cerca di acque cristalline, paesaggi assolati e le passeggiate tra i boschi sulle montagne vulcaniche. È possibile avere una buona connessione Internet ovunque e gli alloggi vanno da un minimo di 10€ al giorno per una singola con bagno a un massimo di 35€ per una villa con piscina. L’isola è inoltre provvista di numerosi posti dove fare coworking.

2. Penang

Rispetto a Bali, questo stato insulare offre sicuramente un minor numero di attrazioni, ma una diversità culturale e senso di ospitalità maggiori. Si tratta di una meta sempre più popolare tra i viaggiatori che intendono lavorare a distanza, in special modo a George Town con la sua architettura variopinta e la sua varietà naturalistica. Anche qui, i prezzi sono bassi e c’è possibilità di avere accesso alla rete Internet ovunque, insieme ai coworking e la possibilità di scegliere tra la metropoli e la natura. Uno svantaggio, rispetto alla vicina Singapore, è la velocità di Internet non sempre costante.

3. Estonia

Da giugno 2020, lo stato settentrionale offre la possibilità ai cittadini extraeuropei di trascorrere lì un anno e viaggiare negli altri Paesi europei fino a un massimo di 90 giorni. Creato un programma di residenza digitale che permette a numerose aziende di aprire un’azienda straniera con sede nell’UE, numerosi lavoratori dell’Est si sono spinti fino ai suoi confini. L’Estonia assicura avanzate infrastrutture digitali, un’ottima connessione Internet e numerosi spazi di coworking. L’affitto di un appartamento di medie dimensioni nella capitale Tallinn costa all’incirca 400€ e un pranzo intorno ai 7€.

Nomadismo digitale: i limiti

Quanto abbiamo appena visto può dare l’idea che scegliere la vita da nomade digitale porti solo vantaggi, ma non è così. Come tutte le professioni, specialmente quelle svolte a diversi chilometri da casa, ci sono anche dei lati negativi da tenere in considerazione quando si sceglie una certa strada:

  • Mitigare l’entusiasmo dell’esplorazione: non è da tutti, ma quando si arriva in un posto nuovo per lavoro, bisogna calmare i propri istinti di scoperta per la maggior parte del tempo.
  • Viaggiare senza comodità: quando si sceglie questa vita bisogna essere sempre pronti a muoversi e lavorare ovunque, motivo per cui c’è bisogno solo dell’indispensabile per il lavoro. Nessun’altra comodità.
  • Impossibilità di pianificare: viaggiare equivale a usare il proprio tempo e molto spesso, specialmente nel caso di imprevisti e urgenze, gli impegni lavorativi possono accavallarsi con quelli di spostamento.
  • Rischio di sentire la solitudine: si tratta di un problema sottile, ma che è doveroso prendere in considerazione. L’assenza di una dimora fissa, quindi la lontananza dalla famiglia e dal gruppo di persone che conosciamo può essere un aspetto da considerare prima di scegliere questa vita.

Nomade digitale: cosa dice la legge

Col varo della legge 25/2022 del Sostegni-ter si parla per la prima volta della figura del nomade digitale a livello legislativo, nell’articolo 27 e nello specifico nella sezione “ingressi in Italia per lavoro in casi particolari”. Vengono definiti nomadi digitali coloro che rispettano le seguenti caratteristiche:

  • Deve trattarsi di un personale altamente qualificato;
  • È irrilevante la natura giuridica del contratto di lavoro;
  • Serve un’assicurazione sanitaria;
  • Non servirà più attendere un nulla osta, basterà rispettare le quote del Decreto flussi.

Alcuni libri per diventare un nomade digitale

Terminiamo questo articolo consigliando, come fatto nell’articolo sullo storytelling marketing, alcune letture per approcciarsi alla vita da nomade digitale o studiarne le caratteristiche:

 

 

 

 

 

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