teamLab – Riscoprire la natura attraverso tecnologie immersive
Con una serie di installazioni interattive, il collettivo Giapponese ci trasporta da Tokyo verso un universo parallelo
teamLab è un collettivo artistico fondato nel 2001 da Toshiyuki Inoko. Il gruppo è formato da professionisti che provengono da qualsiasi tipo di disciplina: artisti, programmatori, ingegneri, animatori di Computer Graphics, matematici e architetti si sono uniti con lo scopo comune di esplorare un nuovo rapporto tra l’uomo e la natura, e tra se stessi e il mondo, attraverso l’arte.
Tecnologia e immersività sono le parole d’ordine alla base delle opere del collettivo, rendendo lo spettatore parte attiva dell’opera, che si trasforma con la presenza umana.
I lavori di teamLab puntano a far sentire l’uomo di nuovo parte di un ecosistema interconnesso, nel quale i confini eretti dalla vita moderna di tutti i giorni vengono abbattuti, spingendo le persone a connettersi fra loro e col mondo.
teamLab: “Se vai in una foresta fitta e intricata, vedrai diverse forme di vita e specie che sopravvivono in relazioni interconnesse. Vedendo ciò, le persone capiranno l’ambiguità dei confini nel mondo naturale.
E anche noi umani possiamo esistere solo come parte di questa massiccia continuità interconnessa. Tuttavia, poiché questa continuità diventa sempre più complessa, diventa più difficile per noi percepire e comprendere fisicamente la parte del nostro corpo in essa.
Vogliamo che le persone siano coinvolte col mondo che le circonda. Per quanto possibile, vogliamo ripensare il confine tra il mondo e se stessi. Vivendo in città, ti senti come se ci fosse un confine tra te e il mondo. Ma il mondo è qualcosa in cui dovremmo essere coinvolti. Magari anche solo di poco, ma il mondo è qualcosa che cambia a causa della tua esistenza. Crediamo che ci sia un rapporto continuo e senza confini tra noi e il mondo”.
Le opere di teamLab hanno riscontrato grande successo e sono esposte nella collezione permanente della Art Gallery of New South Wales, Sydney; Galleria d’Arte dell’Australia Meridionale, Adelaide; Museo d’Arte Asiatica, San Francisco; Museo della società asiatica, New York; Collezione d’Arte Contemporanea Borusan, Istanbul; e Galleria Nazionale di Victoria, Melbourne.
Le loro opere più famose sono contenuto in Planets: il museo di Tokyo è composto da quattro vaste sale espositive e otto distinte opere d’arte che si susseguono in un percorso prestabilito. Scopriamo insieme le opere di Planets e addentriamoci nell’universo di teamLab!
Universo di particelle d’acqua che cadono dal cielo
Sebbene questa opera d’arte faccia parte di teamLab Planets, si trova fuori dall’ingresso del museo per dare un primo assaggio dello stile di teamLab al pubblico. È una cascata digitale che esce da un monolite, il flusso d’acqua cambia quando le persone si avvicinano, rappresentando l’influenza dell’uomo sulla natura.
Cascata di particelle di luce in cima a un pendio
Quest’opera si basa su un precedente lavoro realizzato su una cascata naturale nelle montagne di Shikoku, Waterfall of Light Particles – Deep in the Mountains of Shikoku (2016-2017).
La luce si riflette sulle particelle d’acqua che compongono la cascata e illumina l’area circostante. Nell’oscurità, le particelle luminose lasciano scie di luce che sembrano tracciare linee nello spazio. Dalla combinazione di queste tracce di luce residua nasce la cascata di luce.
Soft Black Hole: il tuo corpo diventa uno spazio che influenza un altro corpo
Questa stanza rappresenta un buco nero. Bisogna fuggire dalla sua stessa forza gravitazionale. Ma il compito non è semplice, i piedi affonderanno ad ogni passo nella superficie morbida. La forma dell’intero spazio cambia continuamente e si trasforma in qualcosa di totalmente diverso, non solo a causa dei movimenti del singolo ma anche per via degli altri visitatori che affrontano la stessa situazione.
Questa opera d’arte ci invita a riflettere sul fatto che nella nostra vita quotidiana non siamo consapevoli dei nostri corpi e dell’impatto che causiamo intorno a noi, nella natura e nello spazio del resto dell’umanità.
L’infinito universo di cristallo
Questa installazione è formata da una stanza ricoperta di specchi, piena di fasci luminosi che scendono dal soffitto. Il puntinismo utilizza un accumulo di punti distinti di colore per creare un’immagine. Qui, i punti luce vengono utilizzati per creare oggetti tridimensionali che permettono di interagire con un infinito universo di cristalli: basta selezionare gli elementi e lanciarli nello spazio, creando uno scenario mutevole ed effimero.
Questi elementi rinascono in tre dimensioni, dando forma all’opera. La presenza delle persone e la loro collocazione all’interno dell’opera influiscono su questi elementi tridimensionali, che a loro volta sono influenzati da altri elementi nello spazio.
Disegnare sulla superficie dell’acqua creata dalla danza di Koi e persone – Infinity
Questa stanza è composta da un laghetto per bambini profondo fino al ginocchio che ospita centinaia di carpe koi digitali. Provando a prenderle e a toccarle, i pesci esploderanno, trasformandosi in fiori che cambiano anche a seconda della stagione dell’anno. Ogni sette minuti, i pesci si trasformano in linee colorate che illuminano la stanza.
Vita fredda
Una serie calligrafica di pennellate modellate nello spazio virtuale forma il carattere 生 (giapponese/cinese per la vita) che si trasforma in un albero. Col passare del tempo, varie forme di vita iniziano a crescere dall’interno dell’albero.
Questa opera digitale prende ispirazione dalla computer grafica dove i modelli wireframe creati con alti livelli di dati vengono resi oggetti 3D. Quando le superfici di queste immagini generate al computer vengono rimosse, vengono rivelate le loro strutture a maglie sottostanti. Espresso dalla complessità di questo lavoro, teamLab esemplifica il rendering 3D nel suo stato essenziale, pur mantenendo una costruzione altamente complessa ed elaborata.
teamLab ha lavorato alla serie Spatial Calligraphy sin dalla formazione del collettivo. La calligrafia spaziale offre un’interpretazione contemporanea della tradizionale sho (calligrafia) giapponese in uno spazio astratto. Farfalle, uccelli, animali, piante e fiori appaiono dalla calligrafia esprimendo il passare delle stagioni.
Espansione dell’esistenza tridimensionale nello spazio in trasformazione – Appiattimento di 3 colori e 9 colori sfocati, fluttuazione libera
Lo spazio è pieno di sfere di luce fluttuanti. Le persone si muovono attraverso queste e si addentrano nella sala. Le sfere colpite cambiano colore: per via d’una magica risonanza cromatica, cambiano anche il colore delle sfere adiacenti e delle pareti.
Anche se ogni sfera si muove liberamente da sola, il comportamento della luce viene mantenuto in tutto lo spazio. Pertanto, la luce si comporta come un gruppo e può essere pensata come uno spazio esistente tridimensionale. La forma dello spazio è determinata dall’insieme delle sfere fluttuanti e cambia in base alle azioni delle persone.
Galleggiando nell’universo in caduta dei fiori
In questa stanza ci si ritrova circondati da fiori che interagiscono coi visitatori. L’opera è computata in tempo reale, non è né preregistrata né in loop. I fiori crescono, germogliano, sbocciano e col tempo muoiono, facendo cadere i loro petali. Il ciclo di nascita e morte continua per sempre.