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Motion capture: cos’è e come funziona

Era il 1959 quando l’animatore Lee Harrison III ideò un modo per trasformare i movimenti del corpo umano in dati assimilabili dal computer. La tecnologia prendeva il nome di Scanimate e avrebbe avuto una fama piuttosto diffusa negli ambienti televisivi tra gli anni Settanta e Ottanata del XX secolo. Ed è proprio in questi anni che un ben più conosciuto Walt Disney insieme a Universal Studios brevettarono una tecnologia simile per animare le varie mascotte presenti nei parchi a tema. Oggi, a più più di cinquant’anni dall’invenzione, la motion capture è ancora largamente utilizzata in diversi media. Andiamo a scoprire quindi cos’è la mo-cap, come funziona e dove è stata utilizzata.

Motion capture: cos’è

Con il termine Motion Capture (o più comunemente mo-cap) ci si riferisce a un gruppo di tecnologie capaci di registrare i movimenti di persone e oggetti trasferendo i dati a un’altra applicazione.
La Motion Capture è stata utilizzata per molti scopi, dalla terapia sportiva, all’agricoltura, all’assistenza sanitaria e al cinema fino ad arrivare ai videogiochi. Mappando il movimento del mondo reale su fotogrammi generati dal computer, la cattura del movimento consente di ottenere dinamiche fotorealistiche in un ambiente virtuale.

Come funziona la motion capture

La motion capture è quella tecnica che, mediante l’equipaggiamento di un set di sensori e videocamere di precisione, permette di ricavare un modello di movimento del corpo umano. Nella fase di produzione, un modello umano indossa una particolare tuta dotata di markers. I markers sono riferimenti collocati su punti di rilievo anatomici (giunture, mani, piedi, muscoli espressivi del viso). Lo schema in movimento che emerge viene poi postprodotto con l’implementazione di visual effects. Il risultato finale sarà un’animazione straordinariamente fluida e realistica.

Tipi di motion capture

Ci sono quattro diversi modi per sfruttare la tecnologia di motion capture:

  • Ottica passiva: è il metodo più flessibile e più comunemente usato. La tecnologia ottica passiva sfrutta delle telecamere a infrarossi per tracciare la motion capture a partire da marcatori passivi catarifrangenti.
  • Ottica attiva: telecamere speciali tracciano i marcatori di motion capture LED quando emettono luce.
  • Senza video/marcatori: al posto dei marcatori, questa tecnica si affida ai software.
  • Inerziale: il soggetto indossa sensori inerziali (chiamati anche IMU) che trasmettono i dati in wireless a un computer o uno smart device. Le telecamere sono usate solo come strumento di localizzazione.

Nei videogiochi

Per gli sviluppatori di videogiochi indie o comunque appartenenti a piccoli studi, la motion capture è una delle tecnologie più convenienti e veloci per creare animazioni quanto più simili ai movimenti umani nella maniera più rapida possibile. A oggi sono diversi i progetti videoludici che hanno scelto di utilizzare questa tecnologia per animare i loro personaggi. Di seguito, due degli esempi più importanti.

1. Prince of Persia (1989)

Considerato da molti il primo videogioco ad aver fatto uso di questa tecnologia, Prince of Persia può vantare animazioni fluide e credibili dal punto di vista anatomico, specialmente considerato il suo anno di uscita. Come spesso accade, le limitazioni hardware dell’epoca (si parla in particolare di quelle relative alla capienza e alla memoria dell’Apple II) hanno sì costituito un problema come ricorda Jordan Mechner, ma anche meccaniche di game design che altrimenti non avremmo avuto, come nel caso del nemico Shadowman che in realtà era un recolor del protagonista proprio per risparmiare memoria.

 

2. Dead Island 2 (2023)

Tra i tanti titoli per le console di nuova generazione, uno dei più attesi è Dead Island 2, ormai annunciato nel lontano 2015. Ed è proprio di quell’anno la notizia che per animare il gatto del protagonista Max in maniera realistica si è scelta la motion capture, già utilizzata in precedenza per zombie e altri protagonisti umani. Questo è solo un esempio di come la tecnologia, ormai maturata a tal punto da consentire di essere applicata anche ad animali, possa evolvere in futuro e quali possano essere le nuove possibilità di utilizzo.

Nei film

Realizzare un personaggio in CGI è tutto sommato semplice, ma replicare i movimenti in maniera tale che assomiglino quanto più possibile a quelli di attori in carne e ossa non è così semplice. Per la sua importanza, basti pensare a come il movimento o ancora il tono della voce aggiungano molta più personalità della semplice presenza su schermo. La motion capture permette inoltre di pagare gli attori molto meno e per alcuni è un’arte così importante che dovrebbe avere una categoria di premiazione a sé stante.

1. Il signore degli anelli (2001)

Tra i film che hanno fatto la storia del cinema non possiamo non citare la fortunatissima trilogia di Peter Jackson “Il signore degli anelli” che ha saputo far conoscere e amare l’epopea fantasy del linguista e scrittore J. R. R. Tolkien. Tra i personaggi più apprezzati e ricordati dal grande pubblico vi è senza dubbio Gollum, lo hobbit consumato dalla brama dell’Unico anello e interpretato da Andy Serkis. In un’intervista, l’attore racconta di come all’epoca la motion capture non fosse ancora così conosciuta e in tutto il mondo dello spettacolo vi fossero sketch comici e commenti poco entusiasti a riguardo. Da allora di strada se ne è fatta e se ci ricordiamo delle muovenze sinuose, da contorsionista di Serkis è anche grazia alla sua scelta coraggiosa di andare contro i commenti svilenti.

 

2. Avengers: Endgame (2019)

Nell’ultimo decennio il mondo dell’industria cinematografica mainstream è stata dominata dai cinecomics e in particolare quelli della Marvel. Non stupisce quindi che l’ultimo capitolo della saga di Avengers sia stato uno degli eventi più importanti non solo tra gli appassionati dei fumetti, ma anche della fanbase che si è avvicinata al mondo dei supereroi in calzamaglia attraverso media diversi, i lungometraggi su tutti. Oltre l’enorme quantità di computer grafica ed effetti speciali, anche in Endgame si è fatto uso della motion capture e in particolare nell’animazione di Hulk. Abbiamo avuto la possibilità di vederlo proprio all’interno dei Blu-Ray e DVD creati per l’home video.

 

Oltre la motion capture

Quanto abbiamo appena visto non sono altro che un paio dei possibili esempi e applicazioni di questa tecnologia. Basti pensare come nel corso dei decenni si siano affacciati sul mercato software sempre più complessi ed elaborati, ampliando non di poco le possibilità di piccole o medie imprese che intendono realizzare un proprio progetto.
Il crescente interesse (anche a livello di consumatore) delle intelligenze artificiali sembra infatti spingere anche questa tecnologia che promette, già nei primi esperimenti, di liberare le persone da quelle ingombranti tute per lasciare ancora più libertà al corpo.

 

 

 

 

 

 

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